da Redazione Online | Lug 14, 2020 | Digital Marketing, Email Marketing
Abbiamo parlato in precedenza di direct email marketing, di come utilizzarlo e dei sui incredibili vantaggi. Abbiamo per forza di cose utilizzato termini tecnici, sui quali non ci siamo però soffermati più di tanto. Per rimediare ci sembra doveroso integrare l’articolo precedente con questa guida. Ecco a voi Direct Email Marketing: il glossario base ?

DEM
Partiamo dal principio, cosa significa DEM? È semplicemente l’acronimo di Direct Email Marketing. Tradotto in italiano significa email marketing diretto e, come per molti termini, il significato sta nel nome. Questa tipologia di marketing digitale implica infatti un invio di email a scopi promozionali, creando un rapporto 1 vs 1 (quindi diretto) con il cliente o potenziale tale, aumentandone la fidelizzazione. È fondamentale inviare contenuti validi al destinatario, non semplice spam, proprio per questo motivo. Se il cliente ritiene interessante il materiale ricevuto allora compie l’azione da te voluta nella mail (clicca qui, registrati in questo form, guarda il video, etc etc), viceversa vieni marchiato come spammer.
Newsletter
La newsletter è una mail inviata a scopi informativi mandata con intervalli periodi fissi (ogni giorno, settimanalmente, mensilmente, etc etc). Le newsletter vengono normalmente inviate da aziende e giornali ai loro clienti o iscritti, per informarli con regolarità tramite contenuti e notizie utili. Le persone iscritte alle newsletter lo sono tramite richiesta esplicita, ovvero si sono iscritte volontariamente (acquistando ad esempio un servizio), accettando di ricevere periodicamente email promozionali o aggiornamenti dall’azienda. Ci si può anche iscrivere tramite form dedicati su siti web, molto utilizzati ad esempio dai giornali online.
Email transazionali
Le email transazionali sono quelle mail che l’utente riceve dopo aver compiuto un’azione specifica, ad esempio la mail di conferma che si riceve dopo aver acquistato un prodotto. Queste mail hanno la caratteristica di avere un open rate, o tasso di apertura (ne parliamo tra poco), altissimo. Perché? Questo succede perché sono mail che il cliente desidera ricevere, che attende, perché ritiene utili. Questa loro caratteristiche le rende utilissime perché tramite loro si possono inviare anche altre informazioni, promozionali o informative che siano, ad esempio inserendo dopo un riepilogo dell’ordine effettuato anche gli annunci di articoli simili in promozione al momento.
Ok bene abbiamo definito le tre categorie di direct email marketing principali, andiamo avanti nel nostro glossario base.

Contatto
Con contatto intendiamo un indirizzo email, quindi il destinatario della nostra campagna. Tendenzialmente un contatto caricato su una piattaforma è composto da nome e indirizzo email. In base però ai dati richiesti nel form di iscrizione dal quale è stato recuperato il contatto, o al livello di personalizzazione offerto dalla piattaforma, possono essere presenti altri campi utili per dettagliare meglio il dato (sesso, età, professione, etc etc).
Lista
Le liste sono gruppi, o letteralmente liste, di contatti. È buona norma suddividere i contatti in liste in base ad un punto comune, come ad esempio il sesso, l’età, la professione, il metodo di iscrizione, e via dicendo. Questo per ottenere una definizione migliore di quello che sarà il pubblico al quale vorremo inviare la nostra campagne email. Immaginate, ad esempio, di voler inviare ai vostri contatti una promozione su un cosmetico. Otterrete un risultato migliore se la lista di contatti sarà magari composta da persone con interesse nel mondo della cosmesi, da donne, o da persone che lavorano nel mondo beauty giusto? Ora pensate di inviarla ad una lista composta da tutti i vostri contatti, tra cui saranno presenti magari persone estranee a quel mondo. Il risultato sarà pessimo e avrete sprecato una quantità ingente di email. Piattaforme avanzate di invio DEM, come la nostra SenDEM, ti permettono inoltre di unire più liste per crearne di nuove, offrendo più personalizzazione mentre crei la tua campagna.
Template email
Il template email e la landing page sono importantissimi per la riuscita della tua campagna email. Con template email si intende letteralmente la email, quindi i contenuti (soggetto, corpo email), che vengono inviati al destinatario. Il template deve essere chiaro, accattivante e esaustivo. Devi riuscire ad spiegare, tramite i contenuti grafici o testuali, esattamente quello che vuoi che il destinatario della mail faccia, senza giri di parole o inutili messaggi di spam. Più il template è interessante, più la tua campagna ha successo. Se non sai da dove iniziare a creare il tuo template, ti consigliamo di fare un salto qui.
ATTENZIONE! Per legge la mail deve contenere anche le indicazioni utili per consentire al contatto di effettuare la disiscrizione dalla tua lista.
Landing Page
Avrai magari già sentito parlare di questo termine, in quanto non è un termine esclusivo del DEM, ma comune alla maggior parte delle metodologie di digital marketing. La landing page, o pagina di atterraggio, è la pagina web sulla quale i destinatari vengono reindirizzati dopo aver compiuto l’azione richiesta dalla tua email. Anche qui è fondamentale far capire in maniera chiara l’obiettivo della campagna DEM, tramite testi comprensibili facilmente e una grafica accattivante. Normalmente, come per i template email, è consigliato prepararne più versioni per effettuare test accurati di invio e capire quale genera l’interesse maggiore.
Per concludere
Speriamo che questa prima parte del nostro Direct Email Marketing: il glossario base ti sia d’aiuto per muovere i primi passi nel mondo del DEM. Più avanti di parleremo di termini di difficoltà intermedia come l’open rate, il conversion rate, il bounce e molto altro ancora. In questo campo non esiste una scienza esatta, occorre testare in base alle situazioni. Inizia a creare le tue email e le tue landing page e effettua i primi test per creare la campagna direct email marketing migliore!
da Redazione Online | Lug 14, 2020 | Digital Marketing, Email Marketing
Avevamo introdotto in precedenza alcuni termini di difficoltà base ed intermedia del settore del direct email marketing (puoi trovare qui l’articolo introduttivo, mentre puoi trovare qui l’articolo intermedio). Siamo arrivati ora allo step finale, è giunto quindi il momento di proseguire e concludere il nostro glossario. Ecco a voi Direct Email Marketing: il glossario avanzato.

Single opt-in
Parliamo di single opt in. Con single opt in si intende l’iscrizione ad una lista, solitamente tramite un form, con l’autorizzazione esplicita del destinatario a ricevere comunicazioni tramite email marketing o newsletter. Il single opt in, per quanto abbia nella semplicità di utilizzo il suo punto forte, ha peró dei punti deboli:
- non prevede la verifica dell’indirizzo del destinatario, quindi è possibile che qualcuno si iscriva alla lista utilizzando un indirizzo email di terze persone senza l’autorizzazione di queste o che fornisca un dato errato;
- per lo stesso motivo è possibile che, in seguito ad errori di battitura, venga inserito nella lista un indirizzo non corretto.
Double opt-in
Il double opt-in viene anche denominato confirmed opt-in. Come indica il nome, prevede la conferma dell’iscrizione tramite un doppio passaggio. Una volta che l’indirizzo email viene inserito tramite form o altra richiesta nella lista, viene inviata un’ulteriore richiesta all’indirizzo che dovrà confermare l’iscrizione. Questo processo va a risolvere i problemi del single opt-in e conferma la veridicità dell’indirizzo inserito.
Opt-out
Siamo arrivati all’opt-out. Contrario di opt in (single o double che sia) sta ad indicare l’espressa richiesta di disiscrizione da un database di contatti. Questo significa che il destinatario non riceverà più email destinate a quel database. Nelle comunicazioni DEM è obbligatorio fornire espressamente la possibilità di effettuare l’opt out in ogni campagna per motivi di GDPR.

CPC
Cost Per Click, o meglio CPC. Possiamo tradurlo in italiano come costo per click ed indica il costo unitario sostenuto da chi invia la campagna email per ogni click generato. Perchè generare un click? Può darsi che tu voglia portare traffico sul tuo sito web, per dare visibilità ad un determinato tipo di contenuto. Come spiegato in precedenza
La formula per calcolare il CPC: Costo azione pubblicitaria / Click generati
CPA
Cost Per Action / Cost Per Acquisition, o meglio CPA. In italiano otteniamo costo per azione o acquisizione ed indica il costo unitario sostenuto da chi invia la campagna email per ogni azione generata. Cosa intendiamo con azione? Un altro degli obiettivi comuni nell’ambito delle campagne direct email marketing, specialmente in caso di promozione di prodotti o servizi, è portare il cliente ad effettuare l’acquisto di un prodotto, l’iscrizione ad un form o ad una newsletter.
La formula per calcolare il CPC: Costo azione pubblicitaria / Azioni generate
CPL
Cost Per Lead o CPL. È difficile trovare una traduzione valida per lead, ma possiamo indicarla come “potenziale cliente”. Otteniamo quindi che Cost per Lead sta ad indicare il costo per potenziale cliente e quindi potenziale vendita. Normalmente si cerca di generare una lead in situazioni dove è necessario concludere l’acquisto presso il negozio fisico, come un concessionario ad esempio. Il venditore si metterà quindi in contatto con la lead per concludere personalmente la vendita.
La formula per calcolare il CPL: Costo azione pubblicitaria / Lead generate

ROI
Return of investment, o meglio il ritorno dell’investimento. Il significato vien da se, quanto rendono i nostri investimenti? Lo scopriamo grazie a questo parametro. È fondamentale capire se stiamo investendo nel modo corretto le nostre risorse, che siano esse in DEM, in Facebook Ads, in Google Ads o SEO. Ovviamente un ROI positivo indica investimenti corretti, uno negativo investimenti sbagliati.
La formula per calcolare il ROI: Risultato operativo / Capitale investito
A/B Test
Strumento utilissimo per poter testare nel migliore dei modi la tua campagna pubblicitaria. L’A/B test consiste nel somministrare ad un pubblico due versioni differenti di una pagina web, mail, annuncio pubblicitario e di ogni elemento che li compongono. Come detto nel precedenti articoli la differenza la fanno i contenuti in questo settore, occorre provare e riprovare per creare il contenuto migliore possibile e rendere efficace la tua campagna marketing.
L’A/B test viene già integrato in alcune piattaforme più evolute, in ogni caso per effettuarlo è sufficiente preparare più versioni di un contenuto e inviarlo a piccoli campioni di pubblico (il numero di destinatari deve comunque essere statisticamente utile). Una volta inviate, si effettua un’analisi dei risultati in modo da ottenere quale versione ha ottenuto più successo. Più test si effettuano più otteniamo un risultato dal potenziale elevato, commercialmente parlando.
Conclusioni
Questo è l’ultimo dei tre articoli che abbiamo deciso di scrivere per introdurti meglio al mondo del direct email marketing. Con Direct Email Marketing: il glossario avanzato chiudiamo la trilogia, ma non temere avremo modo di approfondire in futuro. Aggiorneremo gli articoli continuamente, se ha suggerimenti su termini da inserire o domande in merito non esitare a contattarci!
da tribusadv | Lug 13, 2020 | Digital Marketing
Ne sentiamo spesso parlare, noi addirittura lo abbiamo nella nostra ragione sociale, ma cosa significa il termine ADV?
Definizione: che cosa significa ADV
ADV non è altro che l’abbreviazione di advertising che tradotto significa pubblicità. Il suo scopo è quindi l’invio di messaggi pubblicitari con lo scopo di influenzare un pubblico all’acquisto di un prodotto o servizio. Il mondo dell’advertising è in costante crescita e sviluppo e genera un numero enorme di posizioni lavorative. Tra le più richieste abbiamo advertiser, copywriter, grafici e web design, social media manager, seo managers, brand managers e molti altri ancora. Tutte queste persone collaborano tra di loro per portare visibilità ad un prodotto o ad un servizio, creando e mostrando annunci e pubblicità tramite i canali media classici (tv, radio, carta stampata, cartellonistica) e più moderni (SEO, SEM, DEM, SMS Marketing, Social Media Marketing, etc etc).

Una crescita mostruosa
Tralansciando tutto quello che riguarda i media classici, dei quali Tribus non si occupa, andiamo a concentrarci su un territorio a noi più affine: il digital advertising.
Il digital advertising ha avuto una crescita mostruosa negli ultimi anni, fino ad andare in saturazione, subendo quindi un aumento dei costi. Attualmente si stima che le aziende spendono fino al 55% in più in pubblicità digitale rispetto allo scorso anno con un incremento della visibilità di un 11% circa. La fanno da padroni ovviamente Google e Facebook che sono le piattaforme sulle quali viene investita la quantità maggiore di risorse per quel che riguarda indicizzazione sui motori di ricerca. GoogleAds, Facebook Ads, advertising su Instagram, Whatsapp, Youtube per citarne alcuni sono di loro proprietà e occupano quasi l’interezza del mercato della pubblicità online.
Parlando di cifre si stima che nel 2019 la spesa dedicata all’adv sul web sia stata di $ 333,25 miliardi, ipotizzando una crescita costante e arrivando probabilmente nel 2023 a $ 517 miliardi. Cifre mica da ridere insomma!
Perchè investire nell’advertising?

Il mercato web è un mercato libero, dove puoi confrontarti direttamente con i tuoi competitors e dove il cliente può scegliere tra più prodotti di realtà anche molto distanti. Cosa significa?
Immaginiamo di effettuare una semplice ricerca su Google inserendo la parola “maglietta bianca”. Google ci mostrerà tutti i risultati nelle varie pagine, normalmente l’occhio cade sempre sui primi 3 posti, che possono essere di realtà molto diverse da loro. Possiamo avere il colosso Amazon, Zalando, ma anche il piccolo negozio di quartiere che però sta investendo in web advertising ed è riuscito ad arrivare in prima pagina con loro due.
Un bel risultato vero? Immagina se il prodotto del piccolo negozietto diventasse virale perchè molte persone cercano “maglietta bianca” e scelgono da lui, perchè ha un buon prezzo, la merce è di qualità e si presenta bene sul suo sito web. Il piccolo negozietto riuscirebbe così ad arrivare a persone che mai avrebbe potuto contattare, avrebbe aumentato notevolmente la propria visibilità e magari anche il fatturato.
Qualsiasi prodotto e qualsiasi realtà possono essere rappresentati nella situazione appena descritta, che tra l’altro riguarda una piccola parte di quello che è il digital marketing, il web è un posto libero. C’è sicuramente da sgomitare perchè la concorrenza, ampliando il mercato, diventa spietata. Il duro lavoro e l’aiuto di professionisti del settore però possono portare a grandi risultati e ripagare ampiamente delle risorse investite.
Per dare poi un significato più romantico, che cosa significa ADV? ADV significa osare, rischiare, analizzare, essere creativi e distinguersi. Bello vero? Non ci resta che buttarci in questo fantastico mondo allora!